Comunichiamo che nella giornata di sabato 20 aprile dalle ore 10 alle 14 e dalle 16 alle 19 in corso Italia angolo via Paleocapa e piazza Sisto IV gli attivisti di Rete L’ABUSO effettueranno un volantinaggio per chiedere conto alla Diocesi di Savona-Noli e al Vescovo Lupi, delle promesse tutt’ora in’evase, fatte a vittime e fedeli lo scorso 18 marzo durante la festa patronale.

RITENIAMO CHE la sola preoccupazione dei vertici della curia sia stata quella di salvaguardare l’immagine della Diocesi piuttosto che la salute fisica e psichica dei minori che erano affidati ai sacerdoti… l’allora Vescovo di Savona non ha esercitato il suo potere-dovere di controllo sui sacerdoti e di protezione dei fedeli… nessuna espressione di rammarico risulta a favore degli innocenti fanciulli rimasti vittime delle ‘attenzioni’ del sacerdote“. Sono le parole tratte dalla sentenza del Giudice della Procura di Savona Fiorenza Giorgi riferite agli atteggiamenti omissivi a danno di decine di minori della Diocesi di Savona-Noli.

Oggi il problema si affronta con una sonora e assordante strombazzata mediatica apparsa sulle prime pagine di tutti i giornali. Nulla di fatto neanche questa volta malgrado le scuse alle vittime e le promesse al grido “MAI PIU” fatte dal Vescovo Lupi durante l’omelia davanti alle 5000 persone intervenute alla festa Patronale lo scorso 18 marzo al Santuario di N.S. di Misericordia. Una strombazzata, come quella della collaborazione con CISMAI, il Coordinamento Italiano contro gli Abusi all’Infanzia, grazie al quale la Diocesi savonese si è spacciata come risolutiva e all’avanguardia, ma nei fatti non ha offerto alcun sostegno alle vittime che, al contrario, si sono dovute rivolgere a Rete L’ABUSO.

Scuse sì, atti concreti no.

Difficile, quindi, accettare quelle scuse. Perché nel frattempo il Vescovo non dava seguito alle denunce delle vittime. Vittime che non chiedevano soldi, ma tutela per i bambini rispetto agli stessi sacerdoti che avevano abusato di loro, nulla di più. La Diocesi invece continua a perseguitare con ritorsioni quelle stesse vittime e quei testimoni, sacerdoti compresi che hanno osato denunciare le molestie.

Anche il recente caso del sacerdote accusato di molestie era già stato denunciato da Rete L’ABUSO e da alcune vittime al Vescovo ben 3 anni prima. Ma anche quella volta, al di là delle promesse e delle rassicurazioni, venne meno la parola data.

Tante rassicurazioni arrivano solo dopo la trasmissione LE IENE che ha lasciato sgomenta Savona e tutta Italia rivelando particolari che la stampa non aveva mai osato mettere in luce. Ma le rassicurazioni se non sono seguite da fatti concreti diventano bugie, in questo caso BUGIE CHE FANNO MALE AI BAMBINI.

Cosa possiamo pensare oggi: alla beata ingenuità della Diocesi e dei vescovi o a un comportamento omissivo e reiterato di fronte a questo tipo di crimini?

Con quale coraggio i savonesi potranno ancora mandare i propri figli in parrocchia o al campo solare o in campeggio, sapendo che questa è la tutela che la Diocesi savonese dà non ai bambini, ma ai sacerdoti molestatori? 
 

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