Buon ultimo papa Francesco si accorge che ci sono gay in Vaticano e nella chiesa cattolica, più che ogni altra organizzazione umana. Gay spesso costretti al sacerdozio per negare le propria identità sessuale. Gay autorganizzati al fine di proteggersi dalla caccia al prete gay, più volte minacciata in passato, dallo stesso papa Benedetto XVI.

Ma è questo lo scandalo? O piuttosto che i problemi relativi alla sfera sessuale di preti e suore non siano gli atti liberi tra consezienti ma gli abusi sessuali?

E la vera lobby è quella di chi protegge i preti gay o quella di chi sottrae i preti criminali e pedofili alla giustizia terrena, quella degli uomini?

Papa Francesco dimostrerebbe carità cristiana se si sforzasse di proteggere le vittime degli abusi sessuali del clero piuttosto che scatenare infruttuose cacce alle streghe.

Perché è in suo potere imporre a ogni ecclesiastico l’obbligo di denuncia dei reati sessuali commessi dai preti, a pena di scomunica. Perché è in suo potere che ogni notizia di reato sia comunicata alle autorità civili, le uniche deputate ad accertare la loro fondatezza. Perché non è un vescovo a stabilire se una notizia di reato è fondata o meno.

E’ in suo potere espellere dal clero tutti i preti criminali. E tutti quei vescovi ed ecclesiastici che non denunciano questi preti e suore, ma anzi, si adoperano per indurre le vittime a non denunciare o a proteggere in altro modo il prete criminale.

E’ in suo potere imporre a diocesi e congregazioni non centri di ascolto che schedino le vittime e mettano all’erta i preti criminali, ma linee dirette con le autorità civili.

E’ in suo potere aprire gli archivi diocesani, vaticani e degli ordini religiosi e mettere al corrente l’opinione pubblica dei casi di preti e suore abusatori.

E’ in suo potere stroncare le cause degli abusi sessuali nel clero, a partire dai seminari. Cause che risiedono nella repressione sessuale ed affettiva nel clero.

E’ propria la casta vaticana che finora ha impedito che si facesse giustizia e chiarezza su questi abusi. Attraverso direttive spesso non scritte che impongono l’omertà sugli abusi sessuali del clero.

Papa Francesco vuol passare ai fatti? O farà come tutti i suoi predecessori, che dietro le belle parole e i pietosi incontri con vittime adeguatamente selezionate hanno perseguito l’obiettivo di soffocare lo scandalo e proteggere gli ecclesiastici criminali?

Non abbiamo bisogno della caccia ai preti gay, ma della caccia ai preti criminali.

Francesco Zanardi
Portavoce Rete L’ABUSO

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