Documento del 18-09-2014

-OMISSIS-

In ultimo lascio una maledizione per il vescovo Lupi, uomo omertoso, cattivo e amorale. Ha fatto tanto male in vita sua e spero che il giudizio divino si abbatterà su di lui” Luisa Bonello”


Documento del 10-05-2014

“Con la presente io sottoscritta Bonello Luisa faccio un piccolo cambiamento al primo testamento: chiedo che il mio funerale venga svolto a Lavagnola e venga celebrato esclusivamente da don Lupino. NON voglio all’altare altri preti o frati. La colpa di quello che è successo è mia innanzitutto, una depressione reattiva a fatti della vita. Ma i fatti che mi hanno portata a questo, sono colpa del vescovo mons. Lupi della sorella e dei nipoti di don Nino Maio. Vivevo felice fino a quando questi tre esseri non mi hanno allontanata da lui. Questa è istigazione al suicidio”


Questi due scritti autografi, pubblicati nella loro versione originale e trascritti per agevolare il lettore, emergono dagli Atti dell’inchiesta sulla morte di Luisa Bonello della Procura di Savona. Sono due scritti autografi di Luisa Bonello, uno dei quali scritto poco prima di quello sparo che ne ha stroncato la vita.

Ma quale era il contesto in cui Luisa Bonello, donna di fede, è arrivata a scrivere quelle parole e poi alla sua tragica fine?

Per capirlo bisogna ripercorrere i rapporti tra Luisa Bonello e la Diocesi. 

Francesco Zanardi, portavoce della “Rete l’abuso” con cui Luisa Bonello collaborava, lo ha ricostruito da tempo, sia con una Memoria per gli inquirenti, sia con un docu-film dove si ripercorrono fatti, eventi e testimonianze.

E’ in quel contesto generale in cui emerge con nitidezza, come già anche evidenziato anche da don Lupino, nell’omelia del funerale di Luisa Bonello, lo sconforto ed il dolore interiore di Luisa Bonello per i comportamenti della Diocesi savonese. Prima usata dal Vescovo Lupi per cercare di “spiare” e carpire informazioni alle vittime dei preti pedofili e poi, presa coscienza del dramma di quelle vittime, promotrice di denunce sino nella mani del Papa per quelle omertà diocesane che avevano e continuavano a proteggere i preti pedofili. Proprio per questa scelta di verità e giustizia, Luisa Bonello è stata punita dalla Diocesi guidata dal Vescovo Lupi.

Divenuta testimone del male seminato dai preti pedofili e dalle protezioni della gerarchia ecclesiastica, Luisa Bonello, determinata nella ricerca di verità e di giustizia per le vittime, è stata colpita nella sua fede, per indebolirla e ferirla ulteriormente.

Lei stessa aveva raccontato e documentato quanto il Vescovo Lupi, con la Diocesi, aveva messo in atto ai suoi danni, in un crescendo inarrestabile, segnandone il destino: isolarla per renderla innocua e non credibile.

Parte 1°

Parte 2°

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