“Il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi” e povero don Francesco Zappella, pare proprio che una di quelle pentole l’abbia comprata lui.
Sulla stampa di oggi il sacerdote, tenta di screditare la vittima accusandola di aver molestato in Italia una ragazzina di 12 anni e aggiunge, di avere più di 600 testimoni a sostegno di questa sua accusa. Riferisce anche che fu questo il motivo per il quale ha anticipato il rientro in Uruguay del ragazzo che oggi accusa di molestie il sacerdote.
Ma se voleva tutelare una minore perché non lo ha denunciato? Obbedisce alla stessa logica delle diocesi che non denunciano i preti pedofili quando vengono a conoscenza dei loro crimini? E che tutela ha delle persone che dichiarano di essere vittima di abusi sessuali se su Facebook fa il nome delle pretesa vittima?
Non lo abbiamo fatto noi della Rete l’Abuso, non lo ha fatto la stampa, ma lo ha fatto don Zappella. E’ un invito ai suoi sostenitori ad agire in sua “tutela” in Uruguay e nel resto del mondo? Quanto alla sua asserita assenza dall’Uruguay dal 2004 saremo noi a informare la magistratura dei suoi numerosi viaggi, tra i quali quelli per il conferimento dell’onorificenza di “cittadino illustre” dell’Uruguay.
Ma purtroppo non finiscono qui le “calunnie” nei confronti del sacerdote, dalla città della vittima c’è chi le scrive ringraziandola per aver denunciato e per aver reso più sicura la vita dei loro figli, altri invece commentando pubblicamente i post del ragazzo accusando il sacerdote.
Per non parlare poi della sfortuna dei tre sacerdoti indicati dalla presunta vittima, perseguitati anche dalla malavita che ha reso vittima lo scorso anno in ben 2 occasioni, lo sciagurato Zappella e il suo sacrestano, a loro dire vittime di tentate rapine, dove però nessuno ha rubato nulla.
Non così bene è andata invece al collega di Zappella, padre Gabriel Tojos preso a colpi di macete da un padre di famiglia. Ci dispiace per questi reati, ma vorremmo sapere se sono stati individuati gli autori di queste aggressioni e le loro reali ragioni.
Come se non bastasse adesso interviene in difesa del sacerdote anche Gonzalo Gadea Nobile segnalato tra i primi all’autorità giudiziaria.
Infine un sapore amaro lasciano le dichiarazioni su Facebook di Zappella che accusano un sacerdote di aver aiutato la vittima. E’ proprio vero che con l’arrivo del nuovo vescovo con diritto di successione si è scatenata una guerra in una diocesi scossa da tantissimi scandali.
Invitiamo caldamente don Francesco Zappella a formalizzare quanto prima le sue dichiarazioni non solo alla stampa, ma anche all’Autorità Giudiziaria, l’unica che potrà appurare il reale stato delle cose ed eventualmente procedere.
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