Il Pubblico Ministero ha chiesto l’archiviazione per una delle presunte vittime di don Francesco Zappella, il giovane uruguayano che nel settembre scorso si era recato in Italia per deporre contro il suo molestatore. Nella richiesta si legge che malgrado l’attendibilità della presunta vittima, sussiste l’improcedibilità per l’intervento dei termini di prescrizione, termini ai quali don Francesco Zappella potrebbe rinunciare e chiarire la sua posizione sulla quale pesa anche una precedente condanna a 1 anno e 2 mesi per reati analoghi, infitta dal tribunale di Pinerolo il 9/5/1991, come scrive il PM nella richiesta di archiviazione “per il delitto di atti di libidine violenti ai danni di due minorenni infraquattordicenni”.
Restano invece ancora aperte altre due posizioni denunciate, le presunte molestie ai danni di un altro minore, oggi solo 22enne, che potrebbero costare a Zappella l’imputazione di turismo sessuale.
L’altro possibile capo di imputazione che potrebbe creare fastidi è quello di truffa ai danni di coloro che hanno finanziato per anni la missione di don Francesco Zappella, la quale risulta non essere mai esistita, come confermato da più fonti, una delle quali lo ha anche dichiarato alla Procura Della Repubblica di Savona.
L’avvocato Sergio Cavaliere che segue “Fernando” ha comunque dato delega all’associazione per un accesso agli atti che sarà effettuato già domani, per valutare meglio la richiesta di danni in sede civile (non prescritta) nei confronti del sacerdote e della diocesi di Albenga, i quali sono già stati messi in mora dal legale.
La diocesi di Albenga, nel frattempo, fa sapere attraverso un comunicato che accetterà la richiesta di dimissioni da parte del sacerdote Francesco Zappella, dagli incarichi di parroco di Borghetto Santo Spirito e da vice direttore della Caritas Diocesana. Nessun accenno ad una sospensione dal sacerdozio o eventuale processo canonico per i reati già giudicati dall’autorità giudiziaria, anche se si annunciano approfondimenti da parte dell’Autorità Ecclesiastica.
Francesco Zanardi
Portavoce Rete L’ABUSO
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