Nell’ottobre scorso, a seguito di un’istanza nella quale si chiedeva l’inserimento della rete L’ABUSO nell’Osservatorio nazionale per il contrasto della pedofilia, l’ufficio rispondeva rigettando la richiesta.

Cercando di capire i motivi di quel rigetto, apparentemente imputabili al fatto che l’Osservatorio prevede un massimo di tre realtà associative e che queste erano state già state nominate con il decreto del 30 agosto, scopriamo che il 12 settembre il Ministro Maria Elena Boschi, con un decreto integrativo, sostituisce il consigliere Michele Palma (che non rappresenta nessuna delle 3 realtà associative previste dal decreto ma è un funzionario dell’Ufficio delle pari opportunità del Governo) facendo entrare di fatto una quarta realtà associativa, la Meter Onlus di don Fortunato di Noto.

Chiedemmo spiegazioni all’ufficio del Ministro non solo per l’inserimento non previsto di una quarta realtà associativa, ma anche su quale fosse la necessita di inserire nell’Osservatorio un membro del clero, che non rappresenta di certo una realtà nazionale delle vittime della pedofilia, e che anzi, in materia risulta ancora inadempiente di fronte alle richieste avanzate nel 2014 dalla Commissione Onu per la tutela del fanciullo.

Il 28 ottobre l’ufficio risponde dicendo che “don Di Noto, rientra tra i cinque componenti designati direttamente dal Ministro, dunque, la sua nomina prescinde dalla realtà associativa che egli presiede ed è indipendente dalla componente associazionistica rappresentata nell’Osservatorio ai sensi del Regolamento istitutivo”

Il 30 di ottobre, l’Ufficio di Presidenza della Rete L’ABUSO diramò una nota stampa nella quale si documentava quanto accaduto.

Il giorno dopo sul sito delle Pari Opportunità non troviamo più come dice il decreto del 30 agosto Telefono Azzurro, Terre des Hommes e Save the Children, come le tre realtà associative previste da regolamento, ma hanno aggiunto anche Meter come quarta realtà associativa.

Avevamo ragione noi allora, le realtà associative, anche se don Di Noto è stato fatto entrare come uno dei cinque membri designati dal Ministro, non sono più tre come previsto dal decreto, ma sono diventate quattro come conferma il sito delle Pari Opportunità.

Francesco Zanardi

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