Una storia che somiglia molto a quella di don Nicola Corradi il sacerdote arrestato in Argentina alla fine del novembre scorso, proprio uguale in tutto e per tutto.
Anche lui come Corradi era stato accusato di abusi sessuali dagli ex allievi sordi dell’Istituto Don Antonio Provolo di Verona, come Corradi era stato nascosto e anche il suo nome, come quello di Corradi era provvidenzialmente scomparso dalla relazione della Commissione di Inchiesta che il Vaticano fece a Verona, l’unica differenza è che lui non è in Argentina, ma è ancora in Italia.
Si chiama don Giuseppe Pernigotti e fa il parroco presso la parrocchia S.S. Gratiliano e Felicissima, appena fuori Fabrica, a Faleri dove era arrivato circa 20 anni fa.
Ma malgrado le pesanti accuse don Pernigotti fa carriera, nel giugno del 1985 mons. Riccardo Ferrari si dimette da direttore della FIAS “Federazione Italiana Assistenza Sacerdoti” e don Pernigotti diventa direttore nazionale.
Nel 2010 scrive anche per FAMIGLIA CRISTIANA dove lo leggiamo in questo articolo che parla proprio di pedofilia nella chiesa.
Nel 2016 un gruppetto di parrocchiani aveva scoperto che era lui quel don Giuseppe Pernigotti accusato di molestie dagli ex allievi dell’Istituto provolo e non lo volevano più. Si erano lamentati con i suoi superiori, i quali però non intervennero e fu così che ci contattarono chiedendo aiuto.
Oggi la sua storia riemerge, non a seguito di abusi sessuali, o almeno, non sappiamo se ne abbia commessi ancora o meno, ma per via del fatto che il suo nome è uno dei molti citati anche nella lettera che Giuseppe C. consegnò nelle mani di papa Francesco e che per motivi a noi ignoti è scomparso dalla relazione che la diocesi di Verona consegnò agli ex allievi dell’Istituto Provolo.
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