Pare che oggi ci sia grande indignazione per la notizia che don Luciano Massaferro, il sacerdote di Alassio condannato nel 2012 dalla Cassazione ad una pena di sei anni, sia stato riabilitato completamente dal tribunale della chiesa.
Dopo i casi di don Paolo Turturro, don Marino Genova e via dicendo, ancora una volta le parole di papa Francesco tornano a stridere con la realtà dei fatti, ancora una volta chi nelle parole non doveva essere graziato, viene addirittura riabilitato.
Ancora una volta, in dispregio alla giustizia civile che, dopo tre gradi di giudizio, ha condannato don Lu, per il tribunale ecclesiastico invece il verdetto è opposto: «deve essere completamente riabilitato in quanto non consta che egli abbia commesso i delitti a lui ascritti».
Non mancano all’appello le perle di saggezza del cardinale Angelo Bagnasco che al Secolo XIX dichiara; «Credo anzi mi risulta che siano state fatte tutte le procedure canonicamente e giuridicamente previste del caso. Per cui lui tornerà operativo secondo le modalità previste. L’augurio è che possa essere sereno nel fare il sacerdote, nel limite delle possibilità previste». Certo che il prete sia sereno, e la vittima ?
Ma la vera domanda che mi pongo, anche leggendo i vari commenti agli articoli è: cos’è che fa indignare?
Il fatto che sembri impossibile un verdetto opposto tra il Tribunale Civile e quello Ecclesiastico?
Oppure il fatto che il prete torni a dire messa nonostante tutti i proclami del Papa sul fatto che “non c’è posto nella Chiesa per chi abusa dei bambini…”? A quali casi si riferirebbe il Papa se non a quelli in cui la colpevolezza è accertata dal Tribunale?
Oppure il fatto che la chiesa non renda giustizia alla vittima che, tra le altre cose, malgrado la condanna, nessuno ha finora risarcito?
È questa l’attenzione del Papa per le vittime come pochi giorni fa proclamato anche dalla Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori?
La Diocesi non ha speso una sola parola per la vittima …
Zanardi
Per non dimenticare…
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