Da diciotto anni, almeno da quando lo scandalo iniziato a Boston via via emerse in tutto il pianeta, dalla Santa Sede, un papa dopo l’altro – almeno tre – continuano a dirci e a darci rassicurazioni sull’impegnio della chiesa, non da ultima la notizia che papa Francesco starebbe per confermare definitivamente lo statuto della Pontificia commissione per la tutela dei minori.
Tutti ad acclamare il papa, che sarà anche tanto volenteroso ma, per il momento, ha fatto solo collezione di fallimenti: dal tribunale per processare i vescovi (che non c’è mai stato), alla tolleranza zero che, invece, si è tradotta nel “riciclaggio” di sacerdoti abusatori e di vescovi insabbiatori, ultimo il caso cileno.
Ma poi perché tutto questo clamore? Non è che dobbiamo aspettare o dipendere dalla Pontificia commissione per la tutela dei minori, per avere quei diritti che, da cittadini italiani, se pur vittime di sacerdoti, già ci garantisce la Costituzione Italiana e i vari trattati internazionali, non deve certo farci la grazia il Vaticano.
Ecco, è qui che non si capisce proprio il perché del clamore, anzi, ci si dovrebbe domandare perché lo Stato Italiano, quando si tratta di sacerdoti che abusano di cittadini italiani non se ne accorga e, ancor peggio, non prenda provvedimenti. Ci si aspetterebbe almeno una commissione d’inchiesta che quantifichi in Italia – come accaduto negli altri paesi – l’entità del fenomeno che, dove gli stati hanno svolto indagini, ha ottenuto risultati spaventosi come il 7% dell’Australia.
Non c’è niente da fare, il Governo non vuole proprio saperne di tutela dei minori e non vuole accorgersi del problema neppure se stimolato. Possiamo affermare questo perché la Rete L’ABUSO ha fatto sapere, forte e chiaro, al Governo che c’è un problema. Negli ultimi mesi infatti abbiamo avviato ben due iniziative, la prima, che certamente ha informato il Governo perché si tratta di un’interrogazione parlamentare, è stata depositata il 27 novembre scorso da un Deputato, Matteo Mantero, ed è tutt’ora sul sito della Camera dei Deputati.
La seconda, che siamo certi abbiano letto ma alla quale, malgrado i 30 giorni di tempo ormai abbondantemente scaduti, tempo che avevano per rispondere al nostro avvocato, ad oggi nulla, neppure il tentativo di approfondire la gravità dei fatti esposti.
Fatti già ampliamente denunciati nel rapporto delle Nazioni Unite – Commissione per la tutela del fanciullo – alla quale la Santa Sede, dopo 12 anni di ritardo nella presentazione del primo rapporto, avrebbe dovuto rispondere entro il primo settembre 2017. Non lo ha fatto.
Eccoli qua i primi due, Pippo e Pluto, quelli che non hanno mai risposte da dare perché non sentono la domanda.
Papa Francesco invece lui le risposte da dare le ha, ce ne fa dono tutti i giorni, vabbè, non siamo puntigliosi: è vero non ne va dritta una, ma non è colpa sua, tra vescovi disobbedienti ed immorali, (che però poi perdona sempre), complottisti all’interno delle mura Leonine (che non riesce ad allontanare), lobby di vario genere (che minerebbero il suo operato)… dopo 18 anni, da quando il mondo ha scoperto la realtà dei preti pedofili, e i Paesi interessati hanno preso provvedimenti in tutela dei propri cittadini, in Italia invece lo Stato preferisce continuare a rendere sacrificabile la salute psicofisica dei minori, piuttosto che intervenire.
Dopo tutto non ci sarebbe mica nulla di male, non si chiede al governo di mettere mano a questioni di fede, la pedofilia non è cosa di fede e anzi, andrebbero in aiuto al Vaticano, per primo papa Francesco aiutandolo nel raggiungere i suoi obiettivi, in materia di prevenzione e di tutela delle vittime.
Ma noi italiani siamo sempre i soliti…
Povero papa, non gli diamo neppure una mano, sempre solo a combattere, per forza non ce la fa!
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