Non che ci avessimo creduto, ma siccome non ci piace avere pregiudizi, cerchiamo sempre un riscontro e nell’eventualità che non arrivi come in questo caso, semplicemente ci domandiamo il perché dell’invito.
Il 20 dicembre scorso, stimolati dall’invito del Comitato organizzatore ai presidenti delle Conferenze episcopali, nel quale chiedeva, prima dell’incontro di febbraio con Papa Francesco, di ricevere le vittime dei sacerdoti pedofili, il Comitato Vittime & Famiglie cattoliche della Rete L’ABUSO, ha colto l’appello e immediatamente scritto (in veste ufficiale) al cardinale Gualtiero Bassetti, attuale Presidente della Cei.
La richiesta, anticipata per posta elettronica, letta il giorno successivo, al momento non ha ottenuto alcuna risposta. Da quanto si apprende da un’intervista di Claire Giangravè a padre Stefano Russo, Segretario generale della Conferenza episcopale italiana, nel corso di un evento stampa del 16 gennaio, lo stesso Russo smentisce quanto apparso su alcuni organi di informazione in merito ad un incontro con le vittime italiane prima del summit di febbraio e rettifica: “Le vittime dovranno aspettare fino a marzo per incontrare i membri del CEI”.
Un summit che pare partire con più di una zampa azzoppata, non solo per la mancata risposta della Cei alle vittime, ma anche per quanto riguarda i dati: eh sì, alla Cei sembra abbiano così a cuore il problema dei preti pedofili che, in tutti questi anni, come dichiara ancora una volta padre Stefano Russo, “Non siamo in grado di dare alcun numero”. Eppure, anche se incompleto, in quanto manca tutto il sommerso, noi qualche dato lo avremmo già prodotto, e lo si può vedere sulla nostra mappa. Quasi 300 casi in soli 15 anni, da Nobel!
Che il Vaticano e la Cei non ce ne abbiano a male, ma dopo anni di appelli fatti a vuoto, siamo certi comprenderanno se qualche altra perplessità sulla credibilità del meeting sorge sfogliando l’elenco dei membri del Consiglio Episcopale permanente, nel quale troviamo il Cardinale di Napoli Crescenzio Sepe, che da anni protegge il sacerdote accusato di abusi Silverio Mura, il cardinale Angelo Bagnasco, che ha nascosto nella sua diocesi padre Carlos Buela, accusato di abusi e per questi condannato dalla chiesa Argentina. C’è poi il cardinale Giuseppe Betori, anche lui accusato di aver protetto don Daniele Ralti, accusato di pedofilia e trasferito di parrocchia in parrocchia. C’è poi monsignor Mario Delpini, quest’ultimo non è neppure accusato di aver insabbiato il caso di don Mauro Galli, è lui stesso ad ammetterlo in una deposizione rilasciata alla Questura di Milano. Il vescovo Claudio Maniago, accusato di aver protetto il prete pedofilo Lelio Canti. Qui la lista completa degli insabbiatori italiani.
Caparezza, in una sua canzone recita “mi fido di te, come di chi fa autostop in manette”. Ci sentiamo di riporre nel Vaticano e nella Cei, fino a prova contraria, la stessa fiducia.
Zanardi
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