Nel settembre scorso riceviamo una lettera anonima che non pubblichiamo integralmente in quanto se pur anonima, come ho fatto io, anche altri potrebbero dedurne il mittente.
Nel testo; “In questi giorni, nel caldo dell’estate e del silenzio, un prete molto vicino al monsignor Bagnasco” omissis “ don Franco Castagneto è stato sollevato dall’incarico di parroco di Santa Teresa in Albaro Genova – chiesa del vescovo Bagnasco in via Francesco Domenico Guerrazzi 23, 16146, Genova GE – per abuso su giovani, “ omissis “ha distrutto tante famiglie e giovani nella loro crescita. Ora è sotto processo e il vescovo lo nasconde”.
Un prete accusato, un indirizzo al quale però nella lettera specificano non viva più. Verifico, c’è stato ma è sparito ad agosto.
Un ago nel pagliaio.
Essendo a Genova non rischio di andare di persona, se va bene, di me hanno la foto segnaletica in sagrestia.
Mando due colleghi, marito e moglie.
Albaro, un quartiere borghese, gente discreta fin troppo, ed infatti i colleghi, con stupore, non solo non riescono a scoprire nulla, ma addirittura si sentono rispondere, fuori dalla messa della domenica, che quel parroco che da anni era li, non sapessero chi fosse. Come non lo avessero mai visto, o forse dimenticato in una notte.
Situazione difficile, tranne la lettera che al di la del nome del prete non dava altre indicazioni, non avevo trovato nemmeno una presunta vittima, o qualcuno che volesse parlare. Il nulla più totale.
Quasi imbarazzato, segnalo alla Procura di Genova quella che non è nulla di più che una illazione anonima – magari frutto di rancori personali.
Il p.m, a ragione, nemmeno mi risponde.
Chiedo ad alcuni informatori molto vicini alla diocesi, ma anche li nulla e, nel frattempo la discrezione sull’indagine si affievolisce perché ogni persona con la quale parli, potrebbe riferire.
Ad aiutarmi, Ferruccio Sansa, caro amico e giornalista de IL FATTO QUOTIDIANO, persona che si muove bene nella sua Genova. Mi confronto con lui, “che si fa? Non c’è nulla su cui procedere…“
Costretti a desistere archiviando, chiedo a Ferruccio “ci verresti con me in parrocchia?”.
La mattina dopo, micro camera e registratore, si va in parrocchia; “Francesco, vai tu, sei meno visibile di me, qui a Genova mi conoscono tutti”.
Tra me penso; siamo a posto…
L’interlocutore che ho di fronte mi ispira un approccio diretto, vado…
Meno di quattro minuti e ottengo molto più di quanto mi serviva; mi conferma che don Franco è stato trasferito; il motivo; il mese; la gravità e… le sue parole, il calo della tonalità della sua voce quando lo sorprendo affermando di essere vittima, danno credito alla sensazione che la cosa sia più grande di quanto appare…
…e …colpo di scena, mi chiede se sono una vittima di Sori… allora ci sono vittime anche a Sori…
“…andiamo a Sori Ferruccio, so da dove arriva la lettera, entriamo e giochiamo sull’essere diretti”.
Buca più totale.
Torniamo a Genova… ma nel riflettere su quello che ci avevano detto, capiamo che avevamo frainteso l’interlocutore (che non cito per tutela).
Tombola; la conferma “le presunte vittime sembrerebbero decine, tutte persone con la vita distrutta”… raccogliamo il racconto di alcuni.
1998 – “c’erano state delle denuncie alla diocesi, se ne occupò monsignor Alberto Tanasini… lo trasferirono poi ad Albaro…”
Tanasini… mi ricorda… cavoli, proprio il caso di Savona, la vicenda di don Lupino, era lui l’inviato di Bergoglio…
Al telefono con Ferruccio Sansa, Tanasini conferma tutto… “ci sono probabilmente dei minori”.
Il fascicolo prodotto nell’inchiesta, sarà depositato nei prossimi giorni dalla Rete alla Procura di Genova.
Francesco Zanardi
Presidente – Rete L’ABUSO
L’inchiesta completa a firma di Ferruccio Sansa, sul FATTO QUOTIDIANO in edicola domenica 1 dicembre 2019 – pag. da 8 a 11
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