Oggi, ho ricevuto presso la sede della Rete l’ABUSO Jan Rozek, un ex Giudice del tribunale ecclesiastico di Brno, Repubblica Ceca e il prof. Petr Zivny venuti in Italia per parlare espressamente con me, per raccontarmi la loro esperienza, sopratutto per trovare una soluzione.
Qui la sua storia di Jan, sintetizzata in una lettera a Padre Hans Zollner che mi ha autorizzato a pubblicare, fatene tesoro.
Zanardi
19-03-2019
Stimatissimo Padre Hans Zollner,
in vista del nostro colloquio, le riassumo qui, se riuscisse a trovare il tempo di leggere, alcuni punti della vicenda che mi riguarda. E che ha portato, dopo sei anni di lavoro nel Tribunale Ecclesiastico di Brno, Repubblica Ceca, di cui gli ultimi 3 come Giudice, al mio improvviso licenziamento. Unico motivo, aver aperto, con tutte le indispensabili cautele del caso, un sito per aiutare le vittime di abusi pedofili.
Il sito è a questo indirizzo: www.procistoucirkev.cz
Se vuole, con la traduzione automatica dei siti offerta da Google all’apertura, può, anche se in traduzione sommaria, leggerlo. E rendersi conto che è fatto unicamente con l’intenzione di aiutare le vittime, proteggerle, secondo le indicazioni dettate con insistenza da Padre Francesco, che ha seguito la strada aperta da Papa benedetto XVI, e dalla Chiesa
Il vescovo di Brno, Monsignor Cikrle, ha scritto nella sua dichiarazione come motivo della mia rimozione dall’ufficio di Giudice del Tribunale Ecclesiastico di Brno:
“In relazione alle Sue attività private e in seguito alla dichiarazione del Segretario generale della ČBK (Conferenza Episcopale ceca) del 6.2.2019, riguardante la Sua attività pubblica, quando è diventato evidente che non ha i prerequisiti necessari per l’ufficio di Giudice, ha perso la buona reputazione (cfr CIC 1421, 3) e non ha mantenuto il giuramento fatto, in base a 184 §1 e 149 § 1 CIC, con effetto dal 15 febbraio 2019, la depongo dall’ufficio di Giudice del Tribunale diocesano di Brno. “
Il Vescovo Cikrle fa riferimento alla dichiarazione del Segretario Generale del ČBK Stanislav Přibyl, datata 6 febbraio 2019, che dice: “Recentemente sui media sono apparse informazioni sul lancio del sito web di Jan Rozek (www.procistoucirkev.cz), il cui scopo è di aiutare le vittime di abusi sessuali da parte di “dignitari ecclesiastici” (NdR: In realtà non ho usato questo termine). A nome della Conferenza episcopale ceca, vorrei dire che si tratta di un’iniziativa privata del sig. Rozek e raccomandiamo di non cercare aiuto attraverso i contatti su questo sito“.
Siccome non ho svolto altre attività se non la creazione di questo sito, è chiaro che il vescovo parla di questo servizio.
Prima di lanciare il sito, io ero molto desideroso di ottenere la benedizione e la comprensione dei superiori. Il 2 gennaio, ho pregato il segretariato del cardinale Duka di farmi avere un appuntamento con lui, e l’ho fatto usando lo stesso canale di comunicazione con il quale io e il Cardinale avevamo comunicato per un anno con l’obiettivo di fare causa contro lo spettacolo teatrale blasfemo diffuso nella Repubblica Ceca del regista Frlić. Ho inviato varie e-mail, che contenevano sia la visualizzazione del sito web che file di testo che descrivevano come avrebbe funzionato il servizio di aiuto alle vittime.
Ho costruito l’intero servizio e il sito web insieme a esperti seguendo le raccomandazioni al riguardo date da Papa Francesco, le dichiarazioni di monsignor Charles Scicluna e di Padre Hans Zollner. Nel sito sono disponibili documenti magisteriali e di esperti tratti dal sito web della Santa Sede e delle Conferenze episcopali che trattano questi temi.
Poiché il servizio è stato concepito unicamente come un servizio alla Chiesa, il nostro sforzo è stato quello di fare tutto all’interno della Chiesa, lontano dai media, ma allo stesso tempo indipendentemente dall’Ordinario del luogo. Il 7 gennaio 2019 ho scritto anche al Nunzio Apostolico in Repubblica Ceca.
Successivamente ho discusso del web e del nostro servizio con il vicario del Tribunale ecclesiastico di Brno, Monsignor Orlita. Lui, dopo una discussione di quattro ore a Roma, ha concesso che potevo aprire il sito, ma solo a condizione che lui o il vescovo potessero decidere quali erano i casi di cui mi potevo occupare: gli altri dovevo ignorarli. Una condizione che, secondo coscienza, non potevo accettare. Dal momento che la conversazione era personale, non ho prove di questo. Tuttavia, potrei parlare di altri fatti per i quali ho prove.
Poiché il Cardinale Duka e il Nunzio non mi hanno mai risposto, sono stato costretto ad aprire il sito anche senza la loro approvazione. Subito dopo ho scritto a tutti i vescovi diocesani e li ho pregati di incontrarmi. Senza ottenere risposta da nessuno.
Paradossalmente, il 5 febbraio il Cardinale mi ha ringraziato per il lavoro compiuto su sua richiesta fino ad allora nell’aiutarlo nella denuncia per lo spettacolo blasfemo di cui le dicevo sopra, e il giorno dopo, il 6 febbraio, l’intera CBK (la Conferenza episcopale ceca) si è opposta a me e al sito senza interrogarmi. La Chiesa del paese ha poi lanciato ripetutamente e su larga scala una campagna infamante contro la mia persona in tutti i media cattolici (giornali cattolici, televisione e radio, Acta curiae, ecc.) Tra l’altro proprio l’anno scorso avevo ricevuto anche un’onorificenza per il lavoro svolto nel Tribunale ecclesiastico di Brno.
L’atteggiamento della Chiesa nel nostro paese è illustrata da dichiarazioni dei nostri vescovi. Il Cardinale ha detto che sugli abusi su minori nella Chiesa c’è una attenzione spropositata, che c’è un po’ di isteria al riguardo, e che abbiamo avuto solo 10 casi di abusi nel nostro paese in 30 anni: cosa che proprio il Cardinale, in quanto membro dell’Ordine Domenicano, sa che è falso.
Sulle pagine del Vescovado di Ceske Budejovice è stato pubblicato un articolo che, secondo quanto unanimemente percepito dall’opinione pubblica, deride le vittime. Il vescovo locale Monsignor Kročil in realtà ha coperto gli autori di abusi per diversi anni e non è intervenuto fino a che la Santa Sede ha iniziato ad affrontare il problema all’inizio di quest’anno.
Il Cardinale Duka, attraverso il suo avvocato, mi ha recentemente fatto pervenire anche una lettera di denuncia dove mi minaccia e precisa che, dopo il 25 marzo 2019, verrò accusato per le mie attività. Un tentativo di farci tacere.
Come sa, prima di parlare con lei, Padre Zollner, ho avuto un colloquio con Monsignor Charles Scicluna, che era già parzialmente informato del caso e gli ho esposto tutte le nostre attività: lui non ha trovato nulla di male che io possa aver fatto e che possa aver danneggiato la mia reputazione di Giudice del Tribunale ecclesiastico. Reputazione che ora è stata infangata, compromettendo in Repubblica ceca ogni mio lavoro in difesa delle vittime e al servizio della Chiesa
Con grande stima
Jan Rozek
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