Oramai è come un disco rotto che si ripete ogni volta e malgrado le regole oggi siano messe nero su bianco, nessuno si prende la briga di leggerle e puntualmente non solo ci si stupisce, ma addirittura si prendono le difese del prelato di turno.
Dal 2010 era ancora la CEI capitanata all’ora dal card. Angelo Bagnasco a mettere nero su bianco che i preti pedofili non sarebbero stati denunciati alle autorità civili, la ridicola giustificazione del presidente Bagnasco era allora quella di voler tutelare la privacy delle vittime.
Oggi invece è lo stesso papa Francesco a metterlo nero su bianco, in modo chiaro ed ufficiale nel Motu proprio vos estis lux mundi.
Eppure, non ci si spiega per quale motivo, ogni volta che un caso emerge, insieme a lui emerge puntuale l’ignorante incredulità dei fedeli, che a questo punto vien da dire che di fede ne abbiano davvero poca, non si fidano neppure delle parole del loro pontefice.
Ad alimentare ulteriormente la fake, gli stessi organi di informazione, che con falso stupore, puntualmente rimettono dubbi sul fatto che un vescovo possa aver omesso la denuncia alle autorità civili, limitandosi solo ad intervenire in tutela della sola istituzione, spesso mettendo così la vittima, in condizione di non essere creduta o addirittura presa di mira dalla stessa comunità.
Zanardi
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