Nei tre gradi di giudizio, i magistrati non hanno avuto dubbi: Luciano Massaferro, «don Lu» per i fedeli, è colpevole di violenza sessuale su una chierichetta di 11 anni. La corte suprema, a luglio 2012, conferma la pena: sette anni e otto mesi, interdizione perpetua dai pubblici uffici e 200 mila euro di risarcimento alla vittima.
Per la chiesa invece, che lo ha processato in assenza della vittima e poi assolto da ogni accusa, il parroco molestatore può tornare a dire messa.
Neppure il vescovo Borghetti, che teoricamente era stato mandato proprio da papa Francesco per fare pulizia, alla fine non ha preso alcun provvedimento, anzi lo ha riabilitato; la scusa è l’innocenza – malgrado la condanna penale definitiva – emersa durante il processo canonico.
Don Lu oggi dice tranquillamente messa, inoltre pare una restaurazione: Messe celebrate a volte in latino, non più rivolti verso il pubblico ma di schiena, rivolto sempre all’altare, l’ostia non più data in mano (come voluto da anni), ma messa direttamente in bocca (peraltro nonostante le restrizioni da coronavirus).
Francesco Zanardi
BORGHETTO; quando i fedeli esigono una chiesa sporca e vescovo li accontenta prontamente.
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