In questi giorni non si parla d’altro che di statue e monumenti indegni, da quella Edward Colston in Inghilterra, di Cristoforo Colombo negli USA, a quella di Indro Montanelli imbrattata pochi giorni fa a Milano.

Stranamente però, nessuno parla di quella di Karol Wojtyla, Santo protettore di sacerdoti pedofili che grazie a lui e alle sue politiche criminali, hanno potuto stuprare migliaia di bambini innocenti in tutto il pianeta.

la statua di Papa Ratzinger a Sulmona

la statua di Papa Ratzinger a Sulmona

La storia di Wojtyla inizia nel 2001 quando da papa, a seguito degli scandali che iniziavano a scoppiare in tutto il mondo, in particolare in America, ordinò all’allora cardinale Joseph Ratzinger (all’epoca prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede) e al suo segretario, il cardinale Tarcisio Bertone, di ricordare ai vescovi di tutto il mondo, con una lettera (De delictis gravioribus) che il documento del 1962 era ancora valido.

Stiamo parlando di un documento segreto su un problema già ben noto alla chiesa nel 1962, la Crimen Sollicitationis, commissionato dal predecessore di Wojtyla, papa Roncalli e scritto da monsignor Alfredo Ottaviani. Un documento con più di 20 allegati nel quale spiegava come gestire internamente i crimini di pedofilia, redimere i sacerdoti criminali che li avevano commessi, zittendo vittime e testimoni con la minaccia della scomunica.

A causa di quella lettera del 2001, nel 2005 il cardinale Ratzinger fu incriminato per intralcio alla giustizia grazie ad un avvocato di Houston, Daniel Sheehan e di certo non sarebbe finita bene se di li a poco, il cardinale Ratzinger non fosse stato eletto papa, potendo così usufruire, in quanto capo di stato, dell’immunità.

Quella di Wojtyla è una statua che vedo puntualmente ogni volta che vado a Roma, è posta proprio fuori dalla stazione Termini e come vittima di un sacerdote mi ha sempre inquietato perché guardando quella veste che pare voler accogliere sotto di se qualcosa, mi ha sempre trasmesso l’idea di tutti quei preti criminali che Wojtyla ha protetto, a discapito di bambini come me che, grazie alle sue scelte, con ripercussioni notevoli nella vita ci hanno rimesso l’adolescenza, alcuni addirittura la vita stessa.

Una statua che non vorrei mai fosse rimossa, basterebbe una targa che ricordi le scelte criminali che San Wojtyla ha fatto, in favore dell’istituzione e in sfregio di tutti quei bambini che, in tutto il mondo, ci avrebbero rimesso.

Francesco Zanardi

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