In un articolo a firma di Gilda Tucci pubblicato ieri, 21 settembre 2020, assistiamo allo stravolgimento più totale e strumentale di dati privi di fonte consultabile e sparati a caso in modo quasi terroristico, dove la pedofilia online – neppure tanto abilmente – viene confusa da un prete con la realtà degli abusi sessuali che avvengono in famiglia, nelle attività ricreative svolte dal volontariato e negli ambienti religiosi, dove indisturbata continua a proliferare e mietere vittime.
Lo stesso titolo è a dir poco forviante e dà a intendere che in Europa, 19 milioni di pedofili stuprino neonati e tenendo conto del numero di vittime che un pedofilo riesce a produrre nella sua vita – in media almeno una ventina – se ne deduce che nella sola Europa esistano almeno 380.000.000 di vittime tra neonati,pre adolescenti ed adolescenti.
Un dato totalmente in contrasto con quello divulgato da Telefono Azzurro, che parla di 18 milioni di vittime in Europa e non di 19 milioni di pedofili.
Ben differente il dato che viene omesso e riguarda invece gli ambienti religiosi, favoriti non solo dal fatto che questi siano frequentati “per natura” da un numero ben più ampio di minori, ma anche dall’immancabile tutela che le istituzioni religiose hanno nei propri confronti e che a danno dei minori e in virtù del buon nome dell’istituzione stessa, porta al sistematico insabbiamento dei casi, tanto è vero che ad oggi, non siamo in grado di documentare un solo caso in cui un religioso, abbia mai denunciato un collega pedofilo.
A riguardo esistono due studi, condotti tra le altre cose proprio da religiosi.
Il primo è un monaco Benedettino, Richard Sipe, secondo il quale, un religioso, nell’arco della propria vita – anche per i motivi sopra citati – riuscirebbe a produrre una media di 200 vittime. Il secondo invece è un prete cattolico, Andrew M. Greeley secondo il quale, un religioso nell’arco della propria vita, riuscirebbe a produrre un numero inferiore ma ugualmente mostruoso di vittime, in media 50.
L’articolo è tratto da un’intervista fatta al fondatore dell’Associazione METER, don Fortunato di Noto che ad oggi, non è noto abbia mai denunciato un solo collega pedofilo, ma che da sempre collabora con la Polizia Postale, nell’ambito della pedopornografia online.
Ed è proprio qui che l’articolo di Gilda Tucci diventa veramente forviante e propagandistico, passando dai numeroni della pedofilia online, a quelli del clero, proponendo una sorta di paragone che minimizza l’endemico e tutt’ora irrisolto problema dei preti pedofili le cui proiezioni fatte in assenza di una quantificazione ufficiale del Goveno, come riporta IL FATTO QUOTIDIANO, parlano di una stima di 4.000 preti pedofili e 1.000.000 di vittime, solo in Italia.
Omettendo che proprio Benedetto XVI, a capo della Congregazione per la Dottrina della Fede ed indagato in Texas nel 2004, con l’accusa di intralcio alla giustizia, sfuggì a una probabile condanna, invocando l’immunità diplomatica, il fondatore di METER afferma che “ grazie a papa Benedetto XVI , per la prima volta la Chiesa ,come Stato sovrano, è intervenuta in maniera forte ,chiara , trasparente ,celere e determinata attraverso leggi , riforme e norme per combattere un fenomeno enorme e sconvolgente che precedentemente aveva avuto la complicità di molti vescovi e sacerdoti “.
Affermazione che non poteva essere più falsa e disonesta tant’è che il dimissionario pontefice, dopo il totale fallimento delle sue politiche, che hanno contribuito a produrre durante il suo pontificato altre vittime, il suo successore, papa Francesco ha avviato una serie di riforme in materia, che però purtroppo (sic) restano ad unica tutela dell’istituzione, lasciando le vittime tutt’ora senza alcuna giustizia.
Oggi infatti, anche grazie all’inchiesta giornalistica di Emanuela Provera e Federico Tulli ,alla quale ha contribuito anche la Rete L’ABUSO, contenuta nel libro edito da CHIARELETTERE “Giustizia divina”, emerge che a fronte delle richieste di giustizia avanzate dalle associazioni di vittime di tutto il mondo, ad oggi ancora inevase (tranne i casi dove è intervenuta l’autorità civile), malgrado le solite bugiarde dichiarazioni del prelato di turno, che spesso si giustifica dicendo che la chiesa “sbadatamente” ha sottovalutato il problema, emerge tutta la malafede e l’inaffidabilità della stessa che, sbadatamente per le vittime, ma fortunatamente ben protettiva nei confronti dei loro carnefici, proprio ai tempi di Benedetto XVI, si organizzò per sottrarre al carcere, gli eventuali preti scoperti dalla giustizia italiana.
Vediamo infatti che a fronte di tanta disattenzione per le vittime, ha tuttavia creato sul solo suolo italiano, ben 23 centri di villeggiatura dove i preti criminali possono scontare indisturbati, una eventuale condanna. Nulla invece per chi ha subito le irreparabili violenze.
Secondo Di Noto “solo i potenti del mondo, coloro che hanno il potere economico e gestiscono internet, hanno la possibilità di fare controlli a tappeto, informare, divulgare e documentare e con denunce contribuendo ad individuare vittime e carnefici arginando il fenomeno.”
E no don Fortunato di Noto, qui non ci siamo proprio perché tra i ricchissimi potenti del mondo, c’è anche lo Stato più ricco al mondo, quello della Città del Vaticano e papa Francesco e, se lei davvero avesse a cuore la salute psicofisica di bambini vittime della pedofilia, presserebe in quanto ministro della stessa istituzione, ed in virtù della pulizia della stessa, non solo il papa ad intervenire concretamente, ma anche il gregge di Dio, puntualmente contro le vittime ed in favore dei carnefici.
Invece la leggiamo puntualmente, con la complicità di giornalisti senza scrupoli, fare bel viso a cattivo gioco, strumentalizzando questo dramma, con beceri specchietti per le allodole come questo.
Francesco Zanardi
Vi dà fastidio anche Meter? La frase shock di don Alessio Magoga alle vittime dei preti pedofili
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