Ad anticipare la notizia è l’agenzia ANSA che annuncia l’esistenza di un processo italiano – oltre a quello mediatico Vaticano – sui presunti abusi commessi da don Gabriele Martinelli, un cittadino italiano che avrebbe commesso reati sessuali prima di essere nominato sacerdote, in forma equiparabile al “turismo sessuale”, in uno Stato estero, in questo caso non i classici c. d. paesi del terzo mondo, ma in Vaticano, all’interno di quella che per i cattolici è il cuore della cristianità, la Santa sede.
Il procedimento italiano parallelo promosso dalla Rete L’ABUSO di cui è titolare per la Rete l’avvocato Mario Caligiuri del foro di Roma, è oggi in mano ai magistrati di Piazzale Clodio, che hanno indagato due anni, fuori dal clamore mediatico, parallelamente al Vaticano, anche sull’altra presunta vittima, che il Vaticano ha sentito come semplice testimone, Kamil Jarzembowski, compagno di stanza L.
Da presidente della Rete L’ABUSO voglio mantenere per il momento doveroso riserbo sui particolari, posso dire da quanto appreso dai parziali fascicoli di indagine conclusi, prodotti dalla Procura di Roma che ha richiesto il rinvio a giudizio di più persone, atti noti per competenza all’associazione che presiedo e che raccontano, che le indagini vanno ben oltre quelle espletate dalla Santa Sede, coinvolgono parecchie più persone (anche esterne alla chiesa) che i soli Martinelli e Radice citati nel procedimento Vaticano, in quanto, l’indagine italiana tiene conto che Radice, divenuto un po’ il capro espiatorio della vicenda vaticana, in realtà riceveva ordini dai superiori (diocesi di Como a cui fa capo l’Opera don Folci), che alla luce anche del carteggio tra il nostro assistito e la stessa, si potrebbe al massimo sostenere in modo davvero poco credibile, “di non aver compreso la gravità dei fatti”.
Si attende ora da parte della magistratura il proseguo, il rinvio a giudizio dei due principali imputati , Martinelli e mons. Radice, uno presunto attore e l’altro all’epoca dei fatti Rettore (giuridicamente responsabile del solo seminario), oltre coloro che risultano indagati dalla procura italiana che ne chiede il rinvio a giudizio e che sono sfuggiti all’indagine vaticana.
La Rete l’abuso annuncia da subito che si costituirà parte civile nel processo instaurato in Italia.
il Presidente
Zanardi
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