Una serie di foto acquisite nel ferrarese, dove don Rugolo, malgrado le denunce, era stato furtivamente trasferito da mons. Rosario Gisana verso la fine del 2019, asserendo problemi di salute e assegnato a al vescovo di Ferrara Gian Carlo Perego, il quale come si evince chiaramente dal materiale acquisito, permetteva di organizzare addirittura incontri per ragazzi dai 14 ai 17 anni, come quello organizzato dal Gruppo Giovani Vigarano della parrocchia Natività della Beata Vergine Maria (foto a lato).
Certamente ora va verificato se mons. Gian Carlo Perego fosse stato informato da mons. Rosario Gisana dei reali motivi del trasferimento, che in caso emergesse fosse informato lo vedrebbero implicato nel favoreggiamento di don Rugolo.
Ma le accuse formalizzate oggi alla procura della Repubblica di Enna dalla Rete L’ABUSO vanno ben oltre, in quanto nei giorni scorsi sono emerse altre presunte vittime di don Rugolo, abusate dopo il 2015 che metterebbero nei guai non solo il vescovo Rosario Gisana, ma altri due monsignori ai quali la prima presunta vittima aveva denunciato nel 2014.
Infatti, anche se pur vero che in Italia i vescovi non hanno l’obbligo della denuncia, è anche vero che non possono sottrarsi come qualunque altro cittadino, alle responsabilità di cui al 2° comma dell’art. 40 c.p. che recita “non impedire un evento che si ha l’obbligo giuridico di evitare, equivale a cagionarlo”.
Ed è proprio la situazione che emergerebbe stando a quanto dichiarato dalle altre vittime, che se la curia fosse intervenuta dopo le prime segnalazioni fatte nel 2014, molto probabilmente non si sarebbero prodotte. Anche l’accusa della presunta offerta economica avanzata dalla Diocesi alla presunta vittima attraverso la Caritas Diocesana, certo vista con gli occhi della Rete L’ABUSO, che qualche caso giudiziario in materia lo ha affrontato, appare verosimile e ultimamente non isolato.
Stessa situazione per quanto concerne la Diocesi di Ferrara, che coscientemente o meno, ha di fatto favorito don Rugolo, per la quale nella denuncia odierna l’Associazione Rete L’ABUSO chiede alla procura di identificare e sentire tutte le persone ritratte nelle varie foto acquisite, tra le quali potrebbero esserci altre vittime.
Naturalmente l’Associazione invita tutti coloro che sia a Enna che nel ferrarese sono vittime oppure “persone informate sui fatti” , a rivolgersi a Polizia e Carabinieri o direttamente alla Rete L’ABUSO portavoce@retelabuso.org.
Francesco Zanardi
Mons. Perego sapeva di don Rugolo a Ferrara. Lo conferma l’avvocato della diocesi Barbara Grandi
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