Nei giorni scorsi la Rete L’ABUSO, a conclusione della prima parte di indagini sul caso del sacerdote di Enna Giuseppe Rugolo, sulla base delle informazioni acquisite anche a Ferrara, aveva formalizzato alla Procura di Enna una denuncia nella quale appaiono quattro monsignori, tra cui il vescovo di Ferrara, accusati dalla rete per le ipotesi di reato di cui al 2° comma dell’art. 40 c.p. che recita “non impedire un evento che si ha l’obbligo giuridico di evitare, equivale a cagionarlo”, oltre all’ipotesi di favoreggiamento nei confronti del sacerdote, accusato da più persone a Enna.
Dopo le denunce alla diocesi, subito trasferito sottobanco a Ferrara, dove dagli elementi da noi acquisiti, non solo diceva la messa nella parrocchia di Vigarano Mainarda, cosa poco rilevante in quanto nessuno lo accusa di dire male la messa.
Le denunce sono di molestie a danno minori, tuttavia a Ferrara organizzava incontri con adolescenti.
Come detto prima, l’ipotesi era di eventuale favoreggiamento da parte della diocesi ferrarese, che proprio questa mattina, attraverso il suo avvocato Barbara Grandi, membro dell’’Ufficio Famiglia della Diocesi di Ferrara nel laboratorio “Famiglie Ferite”, la quale, malgrado avessimo solamente il dubbio che la diocesi di Ferrara sapesse della presenza del prete o meno, diffidando la Rete L’ABUSO, allega la conferma che il vescovo di Ferrara sapeva della presenza di don Giuseppe Rugolo.
Testimonianza importante, al di la del fatto che siano accaduti altri abusi o meno, nel documento si dichiara che la cosa fu concordata. Documentazione immediatamente trasmessa da Rete L’ABUSO alla procura di Enna.
Di seguito la diffida inviata a Rete L’ABUSO dall’avvocato Grandi
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