Certo ci va del coraggio nel chiedere ai lettori di abbonarsi alle vostre testate (già sostenute dal finanziamento pubblico – tranne le poche indipendenti), mi domando perché mai qualcuno dovrebbe gettare denaro (i commenti sulle pubblicità ai vostri abbonamenti non la lasciano immaginare), quando poi puntualmente anziché fare il vostro lavoro, producete bufale e censure come quella in questione.

Sarebbe stato onorevole oltre che deontologicamente corretto, aveste scritto obbiettivamente su don Pietro Pinetto, dicendo che ha pure querelato le vittime calunniandole, il sottoscritto e due di voi giornalisti

Ma la storia la sapete, ne avete scritto più volte… questo è il peggio !!! Altri colleghi in questa occasione almeno non hanno scritto.

Sulla censura fatta dall’Ufficio stampa della diocesi, che in barba pure agli appelli di trasparenza di papa Francesco (di cui elogiano gli appelli, ma tacciono quando questi vengono infranti) e insultando per l’ennesima volta le vittime savonesi calpestando la loro dignità, addirittura elogiandolo, malgrado lo stesso vescovo Lupi abbia ammonito don Pinetto per quegli abusi… E monsignor Caloggero Marino lo sa bene… Ha i documenti in diocesi…

Su quello avreste dovuto scrivere indignati perché è questa la VERGOGNA !

Invece troppo spesso vi siete genuflessi. Avete ignorato persino il contraddittorio delle vittime. Io al vostro posto un po’ di vergogna onestamente la proverei… Son sincero.

Nessuna testata, neppure dopo il funerale – malgrado le pesanti critiche arrivate dalle vittime e dall’Associazione – ha pensato di far sentire anche l’altra più che legittima campana… quella della giustizia !

Siete la Stampa e se siete al livello che siete è perchè non vi è mai interessata neppure la vostra deontologia, e qui siete arrivati… Non certo per colpa di noi vittime. Tanto è che neppure esercitiamo il diritto di replica, a questo punto…

Il solo fatto che nessuno abbia avuto la sensibilità, almeno di citare lo sdegno di chi si è visto la vita distrutta, temo dia un notevole segnale dell’onestà intellettuale e professionale…

Scusate lo sfogo legittimo.

Zanardi

 

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