Grosso guaio a Piazza Armerina dopo l’ordinanza che ha costretto don Giuseppe Rugolo agli arresti domiciliari e che di certo ha chiarito le idee a chi aveva ancora dei dubbi sulle accusa partite da una presunta vittima, che con la sua determinazione ha dato il coraggio ad altri di farsi avanti.
I primi a dissociarsi sono i ragazzi del Progetto 360°, fondato proprio da don Rugolo e che questa mattina, in una nota stampa fanno pesanti accuse alla chiesa ennese.
Si legge “La nostra associazione è stata tenuta all’oscuro di tutto e solo dalla stampa abbiamo appreso delle indagini e del contesto accusatorio.
Ribadiamo la nostra massima e piena fiducia nella Magistratura e negli inquirenti, affinché venga fatta luce su una vicenda che ci addolora fortemente e facciamo nostri i loro appelli.”
Proseguono poi dichiarando “Chiediamo alla città ed alla comunità vicinanza e comprensione: il nostro dolore non è neanche lontanamente paragonabile a quello delle parti in causa ma anche noi, inconsapevolmente, indirettamente e nostro malgrado, siamo vittime di questa triste vicenda.”
Ma i ragazzi di Progetto 360° non sono gli unici a prendere una forte posizione.
Da questa mattina ci sono pervenute diverse segnalazioni, il cui contenuto nella sostanza è lo stesso e in tutte si lamenta l’inerzia del Ministero dell’Istruzione e dell’ufficio scolastico regionale della Sicilia, al quale sollecitano anche attraverso la Rete L’ABUSO, l’avvio di una ispezione nelle scuole statali in cui ha operato come insegnante di religione nonché, di intraprendere i provvedimenti disciplinari di rito a tutela degli stessi studenti.
Nelle missive a noi inviate ricordano che “Solo due anni fa la professoressa Rosa Maria Dell’Aria, fu illegittimamente sospesa dal servizio di insegnamento per una presentazione in PowerPoint realizzata autonomamente dagli studenti, nell’ambito della quale confrontavano alcuni elementi delle leggi sulla sicurezza l’immigrazione con alcune leggi razziste del fascismo. Mi senta assurdo che in questo caso non siano già intervenuti o solerti ispettori dell’ufficio scolastico regionale della Sicilia.”
Segnalazioni di cui la Rete L’ABUSO si farà carico, ma dato il tempo trascorso, oggi riteniamo sia importante formalizzare all’Autorità Giudiziaria, che ha tutti gli strumenti per indagare ed evitare possibili inquinamenti.
Francesco Zanardi
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