A seguito dell’intervista “esclusiva” rilasciata dal vescovo Rosario Gisana il 22 Maggio al giornale on Line” Enna Ora” mi trovo costretta a ribadire con forza, spero per l’ultima volta, l’assoluta infondatezza e gravità delle dichiarazioni di mons. Rosario Gisana.
Non abbiamo interesse a coltivare il processo alla vittima che la Diocesi ha inteso avviare sui media, secondo un modello da Santa Inquisizione. Tuttavia al fine di porre fine agli effetti di vittimizzazione secondaria che tale condotta sta producendo devo segnalare che dalla documentazione già depositata agli inquirenti emerge la piena consapevolezza del vescovo circa le condotte di Rugolo, per espressa ammissione di quest’ultimo e perché oggetto di altre dettagliate segnalazioni addirittura antecedenti a quelle che poi hanno dato origine al procedimento penale in corso.
Ebbene, dai predetti atti emerge chiaramente come l’unica interessata alla non tracciabilita’ dell’offerta risarcitoria era esclusivamente la Diocesi e che espressa richiesta della giovane vittima era quella di avere giustizia mediante l’attivazione di provvedimenti disciplinari a carico del Sacerdote.
Emerge ancora il tentativo della Diocesi di minimizzare e gestire la grave vicenda secondo gli schemi tipici di queste penose questioni.
Auspichiamo un più responsabile silenzio da parte della diocesi nel rispetto delle vittime, oggetto di inaccettabili attacchi anche di natura semplicemente voyeristica provenienti proprio da ambienti ecclesiastici trasformati in centri di propaganda.
Avv. Eleanna Parasiliti
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