Parole vuote di chi annaspa sugli specchi, inaccettabili, di circostanza e soprattutto disoneste. Un’offesa a tutti coloro che hanno subito abusi che lui stesso insabbiò, non solo in Germania o negli Stati Uniti, dove si salvò da un processo chiedendo l’Immunità, cioè impedendo lo svolgimento del procedimento.
Il caso di Ratzinger tira direttamente in ballo anche l’Italia e la città di Savona, dove coprì sia da Cardinale nel 2003 sia poi da Papa nel 2005, quando la sua stessa inerzia permise che il sacerdote Nello Giraudo a lui denunciato dall’allora Vescovo di Savona Domenico Calcagno – poi ordinato Cardinale dallo stesso Ratzinger – continuasse ad abusare di minori e commettesse lo stesso anno in cui viene nominato Papa, un altro stupro, per il quale patteggerà nel 2012 – solo dopo le denunce della Rete L’ABUSO – un anno e sei mesi con la condizionale.
Le gravi omissioni della curia non esentarono neppure il predecessore di Calcagno, l’ex Vescovo di Savona, Dante Lafranconi di cui tra i rarissimi casi italiani fu chiesto il rinvio a giudizio per i reati omissivi proprio riferiti a don Giraudo di cui al 2° comma dell’articolo 40 del C.P. – Scampò il processo grazie all’intervento della prescrizione.
Tuttavia le omissioni savonesi e la documentazione che riguarda Ratzinger sono oggi agli atti e oggetto di richieste di risarcimento in sede civile da parte delle vittime presso il Tribunale di Savona.
Nessuna delle vittime note alla curia a oggi ha ricevuto soccorso dalle gerarchie savonesi, come previsto dallo stesso Motu proprio vos estis lux mundi, anzi molte che chiesero udienza ai vescovi savonesi succeduti, non sono mai state ricevute.
Zanardi
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