Bella che anticipata la prossima azione mediatica della conferenza episcopale italiana, certificata anche sulle pagine di EDITORIALE DOMANI dalla diretta fonte giornalistica, firma Lorenzo Prezzi – SETTIMANANEWS.
Un’anticipazione che attende solo l’elezione del nuovo Presidente della CEI per il vero e proprio lancio mediatico.
Un’ipotesi che rigettiamo con forza e che l’Associazione rimanda al mittente in quanto indecente.
Si legge; “Dietro le cifre si sta elaborando la via italiana per affrontare la questione. La bufera che ha messo in seria difficoltà la Chiesa universale (dal Cile alla Germania, dall’Australia all’Irlanda) verrà affrontata dai vescovi del nostro paese che, nel prossimo mese di maggio, dovranno discutere e votare l’ipotesi di lavoro prevista.
L’impegno non sarà solo interno alla Chiesa, né ci si affiderà a commissioni esterne o ad iniziative parlamentari. La scelta si orienta su un doppio binario. La Chiesa fornirà tutti i dati relativi ai casi esaminati ai vari livelli di giudizio. Dal versante del governo, in maniera del tutto autonoma, partirà un’inchiesta nazionale sul problema della violenza ai minori su tutto lo spettro sociale: scuola, sport, Chiesa, famiglia ecc.
Il lavoro ecclesiale si gioverà di tutti gli archivi diocesani, religiosi, vaticani (per quanto riguarda l’Italia) e chiederà aiuto ai tribunali civili per le sentenze che hanno interessato preti, religiosi/e, laici attivi in spazi ecclesiali.
Dal versante governativo ci si attende un impegno corposo e si garantisce una collaborazione piena.”
“Dietro le cifre” si legge all’inizio del testo, certo queste spaventano il clero italiano che ha quasi il triplo dei sacerdoti francesi, dato che se come è verosimile essere si presentasse anche in Italia, proporzionalmente parleremo di almeno 500.000 vittime e di 7500 preti pedofili circa, d’altra parte siamo il paese al mondo con il più alto numero di sacerdoti.
La linea annunciata è quella non di una commissione indipendente e neppure parlamentare, invece indispensabile in Italia in quanto ci sono enormi vuoti legislativi da colmare e la chiesa di certo non può legiferare in materia.
Bizzarro il doppio canale, che non è certo competenza della CEI alla quale le vittime chiedono riparazione ed i dati del clero, mica quelli del paese, già prodotti da Telefono Azzurro e Dall’Osservatorio Governativo.
Un doppio binario che pare quasi voler andare a diluire le cifre della pedofilia clericale in Italia, paragonando 52.000 sacerdoti ad una popolazione di 56.000.000, il tutto con dati forniti (non si sa se integralmente o meno) da chi in realtà è al centro dell’inchiesta ma che paradossalmente vorrebbe dirigere la commissione di indagine su se stesso.
Secondo Prezzi “L’indagine ecclesiale dovrebbe riguardare gli ultimi due decenni (dal 2001 in poi), così come dovrebbe essere sul versante politico” quindi anche una riduzione nell’arco temporale nella ricerca che si limiterà a soli venti anni contro i 50 – 70 delle altre commissioni e che escluderà i casi prescritti lasciando fuori molti sopravvissuti, come lo scrivente ad esempio, che a 50 anni si vedrebbe negare questo diritto. Un segnale chiaro che l’obbiettivo della CEI non è rendere giustizia alle vittime, ma solo fingere un improbabile mea culpa.
Non si legge nel concreto, al di la di mille contorte tesi e auto assoluzioni, cosa sarà fatto per i sopravvissuti, come verranno indennizzati e che destino avranno i sacerdoti ritenuti responsabili. Soprattutto manca la parte preventiva in quanto gli sportelli diocesani, al di la della loro reale o meno utilità non fanno prevenzione, ci si reca li quando oramai il danno è subito.
Si preannuncia una commissione che non farà pulizia, ma toglierà solo un poco di polvere da se stessa.
Francesco Zanardi
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