Scompare dal web dopo 12 anni la mappa italiana dell’associazione Rete L’ABUSO. Uno dei pochi strumenti che i cittadini avevano nel vuoto delle Istituzioni italiane, per tentare di tutelare altri minori e i propri figli.
Un oscuramento da parte di Google dell’unico database italiano degli abusi sessuali del clero che non stupisce, visti i precedenti tentativi di rimozione falliti. Anzi, fa riflettere: perché Google, infatti, se ne accorge dopo ben 12 anni dalla sua pubblicazione?
Dando un’occhiata a quanto Google segnala, è verosimile pensare che qualche sacerdote abbia cercato di ottenere la cancellazione del proprio caso segnalando a Google e “reclamando” un presunto stato di pericolo e/o discriminazione (inesistente, in quanto attualmente non risultano casi con effettiva segnalazione).
Va ricordato a questo proposito che, per esempio, negli Stati Uniti, sono gli organi di Stato, come l’FBI, a pubblicare online nome, foto e residenza di chi è stato condannato o ritenuto socialmente pericoloso per questi crimini. Un manifesto a tutela della comunità che si basa sul dato scientifico che il predatore sessuale non è un malato, ma una persona con una grave devianza della personalità a cui non si può chiedere un autocontrollo. L’unico modo per poterlo integrare evitando che stupri altre persone è quello di dire alle potenziali vittime di stare attente.
La nostra richiesta a GOOGLE di revisione del reclamo (sulle cui motivazioni non abbiamo alcun dettaglio), per ora, è superata dalla scomparsa della mappa delle “Diocesi non sicure”, vista oramai da milioni di persone in 12 anni dalla sua creazione.
Più di 360 casi di pubblico interesse scomparsi in una notte, che quantificavano, anche se per difetto, il vuoto dell’Italia, unico paese dell’UE a non aver mai indagato l’entità del problema: una ricerca richiesta dal 2019 anche dal Comitato per i diritti dell’infanzia dell’ONU, interrogata sul fenomeno con questa istanza.
Come emerge dalla proiezione di Mark Vincent Healy’, l’Italia sembrerebbe il paese dell’UE con il più alto potenziale di abusi d’Europa.
L’unico che però non ha mai messo in agenda un tavolo per valutare, visto i dati allarmanti che arrivano dagli altri Stati membri, ultima la Francia, che conta 330.000 vittime di 3000 preti pedofili, con una media di 72 bambini a sacerdote pedofilo.
L’Italia ha più del doppio dei sacerdoti francesi, verosimilmente il doppio anche delle vittime. Eppure in Italia nessuno è preoccupato. Per primi i Governi.
Reputiamo grave quanto accaduto arbitrariamente per mano di GOOGLE, verosimilmente a seguito di una segnalazione, almeno si presume, per la quale però non vi è stata possibilità di legittima replica, tanto meno di conoscere la natura effettiva del contenzioso, data l’infamante accusa ai sopravvissuti italiani, che nei fatti vedono etichettato il loro diritto costituzionale al reclamo di giustizia (non concesso in Italia) come fosse “Bullismo; molestie; minacce” a chi lo ha stuprato, ed è stato graziato dai vuoti legislativi italiani e dalle continuate omissioni dei Governi.
“Le varie Convenzioni ratificate negli anni dall’Italia, in particolare quella delle Nazioni Unite per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, nella fattispecie di reati come quelli oggetto, inquadra la questione prevalendo il c.d. “Interesse superiore”, ancora più quando questo potrebbe coinvolgere soggetti minori. Pertanto insopprimibile ad ogni altra comparazione.”
Ecco perché parliamo di arbitraria censura su dati di pubblico interesse da parte di GOOGLE
P.s. In alternativa alla visualizzazione mappa, i quattro database storici separati, fonte della mappa oscurata da GOOGLE
https://retelabuso.org/preti-pedofili-dati-database-statistiche-e-proiezioni-aggiornate-sulla-situazione-in-italia-osservatorio-permanente/
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