Pochi giorni fa papa Francesco ha confermato le precedenti norme in materia di tutela di minori e persone vulnerabili, estendendole anche ai laici.

Sicuramente utile, nel limite della norma naturalmente, che in quanto legge dello Stato del Vaticano ha unicamente applicazione in quello Stato, poi attraverso i concordati si estende anche alle sue gerarchie in terra straniera, ma nulla di piu.

Resta il fatto importante, che disciplini internamente le proprie gerarchie, quelle che negli ultimi decenni si sono macchiate in tutto il mondo dei crimini più efferati a danno soprattutto di minori, insabbiando sistematicamente crimini, in sfregio alla vita e nel buon nome di un’istituzione irrispettosa dello stesso vangelo che predica.

Quindi se pur non risolutiva per il problema mondiale e ancora colma di lacune ed incompatibilità con le leggi civili e le convenzioni internazionali, ma essendo destinata agli autori del problema stesso ed al suo indotto, la norma è certamente utile ed è discrezione della stessa chiesa la sua regolamentazione, che ricordiamo è basata sul Codice Canonico, mentre per noi è invece sulla Costituzione della Repubblica.

Resta tuttavia, il problema di quale applicazione ne faranno poi concretamente le conferenze episcopali nei vari paesi, come sappiamo e vediamo, differenti nell’applicazione.

Per quanto riguarda quella italiana ne vediamo la quasi totale disapplicazione, anche solo nella realizzazione dei c.d. sportelli diocesani, che a quattro anni dall’apertura non sono presenti ancora in molte diocesi italiane, circa il 25%, mentre nel 75% dei casi dove invece sono attivi, si limitano alla raccolta delle denunce e dei dati su vittime e abusanti (che va ricordato resteranno unicamente interni, senza alcuna trasmissione all’autorità giudiziaria).

Mentre l’unico servizio (che va detto essere insufficiente) erogato alle vittime, è attivo secondo il report CEI, solo nel 12% degli sportelli di raccolta dati.

Restando alle gerarchie italiane, è dovere della chiesa, della sua conferenza episcopale applicare il motu proprio del papa, anche sulle stesse gerarchie ma, purtroppo anche qui vediamo che questo non sta ancora avvenendo e le infrazioni delle stesse gerarchie, rimanere ancora impunite dalla chiesa italiana quanto quelle dei suoi preti pedofili.

Nella nuova release il motu proprio è esteso anche ai laici, se pur come detto in precedenza utile internamente, anche per cui, pur essendo laici manca la denuncia alle autorità civili con le stesse insufficienze presenti per i preti.

In questo caso si aggiunge a seguito della mancanza di autorità della chiesa su un civile la complicazione non da poco e la domanda che ne consegue è semplice, come sarà gestita la cosa?

Al massimo con la scomunica, poi probabilmente come consuetudine, in virtù del buon nome della chiesa l’allontanamento nel silenzio, spostando puntualmente a danno dei minori, il problema per l’istituzione.

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