Una Commissione Pontificia travagliata sin dalla nascita e che vide dimettersi prima la vittima inglese Peter Sounders, poi quella irlandese Marie Collins. Entrambe accusarono le reticenze e le pressioni interne alla chiesa che nei fatti impedivano alla Commissione di essere realmente utile, ma meramente di facciata.

Hans Zollner è stato indubbiamente un ottimo ed onesto interlocutore che ha dimostrato di aver a cuore questa battaglia. Fu proprio Zollner ad ammettere pubblicamente che il dato di pedofili nel clero non era del 2%, – come sostenevano le fonti interne al Vaticano e lo stesso Papa Francesco – ma andava dal 4 al 6%, molto piu in linea con quanto da anni dichiaravano commissioni d’inchiesta e associazioni di vittime in tutto il mondo.

Lo scorso 23, in occasione della conferenza di presentazione a Milano dell’iniziativa europea di Justice Initiative, aveva in un video messaggio confermato il suo impegno alla lotta, non solo all’interno della chiesa, ma in tutte le diverse circostanze.

Il tutto accade l’indomani della pubblicazione del nuovo Motu proprio con una lettera che fa riflettere. Sicuramente ci mancherà malgrado le distanze, la sua onestà come interlocutore tra le vittime e l’istituzione ecclesiastica.

Da parte sua, in una dichiarazione personale, Hans Zollner S.I. ha dichiarato che la sua partenza è dovuta a questioni interne al funzionamento della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori. Tra le ragioni che gli hanno “impedito di continuare”, Zollner indica le questioni relative alle “aree di responsabilità, conformità, responsabilità e trasparenza” che, a suo avviso, non sono state adeguatamente sviluppate nella Commissione. Fa inoltre riferimento a questioni come la mancanza di comunicazione e di trasparenza in alcune decisioni della Commissione e la mancanza di chiarezza tra le competenze della Commissione e quelle del Dicastero per la Dottrina della Fede. FONTE

Qui la lettera integrale e il commento di padre Hans Zollner

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