Galileo Galilei direbbe“… Eppur si muove”

… Noi diciamo FINALMENTE!

Il Garante per i diritti dell’infanzia italiano si è pronunciato per la prima volta sul grave vuoto legislativo che la Rete L’ABUSO contesta da anni, con Istanze al Governo italiano e allo stesso Garante, che fino ad oggi tuttavia non si era mai pronunciato.

Oggi lo ha fatto, nella giornata mondiale per i diritti dell’infanzia, alla luce però di una ennesima contestazione della Rete L’ABUSO agli organi sovranazionali, attualmente aperta presso il Parlamento europeo.

Una serie di silenzi istituzionali italiani che dura almeno dal 2017, quando il Deputato Matteo Mantero, dopo le inascoltate diffide e denunce dei legali della Rete L’ABUSO agli organi Istituzionali italiani, depositò un’interrogazione Parlamentare, tutt’ora “in corso” ma nei fatti ignorata.

Segui il primo formale reclamo dell’Associazione (per mancata risposta delle Istituzioni nazionali) sulle omissioni dello Stato italiano in materia. Nel 2018 fu esaminata la nostra Istanza dal Comitato per i diritti dell’infanzia dell’ONU che rispose al paragrafo 21:

Accoglie favorevolmente il piano nazionale per la prevenzione e la lotta contro gli abusi e lo sfruttamento sessuale dei bambini 2015-2017 e la rivitalizzazione dell’Osservatorio per contrastare la pedofilia e la pornografia infantile, il Comitato è preoccupato per i numerosi casi di bambini vittime di abusi sessuali da parte di personale religioso della Chiesa Cattolica nel territorio dello Stato Membro e per il basso numero di indagini criminali e azioni penali da parte della magistratura italiana. Con riferimento alle sue precedenti raccomandazioni (CRC / C / ITA / CO / 3-4, par. 75) e al commento generale n. 13 (2011) sul diritto del bambino alla libertà e contro tutte le forme di violenza nei suoi confronti e prendendo atto dell’Obiettivo 16.2 per lo Sviluppo Sostenibile, il Comitato raccomanda all’Italia di:

(a) Adottare, con il coinvolgimento attivo dei bambini, un nuovo piano nazionale per prevenire e combattere l’abuso e lo sfruttamento sessuale dei bambini e assicurarne l’uniforme implementazione su tutto il suo territorio e a tutti i livelli di governo;

(b) Istituire una commissione d’inchiesta indipendente e imparziale per esaminare tutti i casi di abuso sessuale di bambini da parte di personale religioso della Chiesa Cattolica;

(c) Garantire l’indagine trasparente ed efficace di tutti i casi di violenza sessuale presumibilmente commessi da personale religioso della Chiesa Cattolica, il perseguimento dei presunti autori, l’adeguata punizione penale di coloro che sono stati giudicati colpevoli, e il risarcimento e la riabilitazione delle vittime minorenni, comprese coloro che sono diventate adulte;

(d) Stabilire canali sensibili ai bambini, per i bambini e altri, per riferire sulle violenze subite;

(e) Proteggere i bambini da ulteriori abusi, tra l’altro assicurando che alle persone condannate per abuso di minori sia impedito e dissuaso il contatto con i bambini, in particolare a livello professionale;

(f) Intraprendere tutti gli sforzi nei confronti della Santa Sede per rimuovere gli ostacoli all’efficacia dei procedimenti penali contro il personale religioso della Chiesa Cattolica sospettato di violenza su minori, in particolare nei Patti Lateranensi rivisti nel 1985, per combattere l’impunità di tali atti;

(g) Rendere obbligatorio per tutti, anche per il personale religioso della Chiesa Cattolica, la segnalazione di qualsiasi caso di presunta violenza su minori alle autorità competenti dello Stato Membro;”

(h) Modificare la legislazione che attua la Convenzione di Lanzarote in modo da garantire che non escluda il volontariato, compreso il personale religioso della Chiesa Cattolica, dai suoi strumenti di prevenzione e protezione.

Tuttavia l’Italia non rispose mai neppure alle Nazioni Unite, tanto meno si attivò almeno per una discussione lasciando ad oggi la cosa pendente.

Da qui l’inevitabile scelta per l’Associazione di rivolgersi all’Unione Europea all’interno della quale l’Italia è il terzo mondo in materia di diritti.

L’unico Stato membro anche in materia di Chiesa e pedofilia a non essersi reso conto in tredici anni non solo della situazione drammatica sul territorio, ma neppure della palese gravità del problema, malgrado tutti gli altri stati membri producessero attraverso commissioni indipendenti relazioni a dire poco allarmanti.

Quanto dichiara oggi il Garante in occasione della Giornata mondiale per i diritti dell’infanzia, se pur dipenderà nell’attuazione dalla concreta volontà e dall’impegno del Governo, è tuttavia importante per un paese tanto arretrato in materia di diritti dei minori e delle fasce deboli, quanto l’Italia.

Se pur la strada italiana sia ancora molto lunga, per la prima volta un organo dello Stato italiano si pronuncia in materia sull’evidentissima lacuna del certificato anti pedofilia.

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